18 lug 2010

Condizionatori per riscaldamento invernale

Condizionatori per riscaldamento invernale Top Energy

Pubblichiamo il presente post a seguito delle numerose richieste di informazioni dei ns clienti riguardo ai condizionatori di tipo split e multi-split più adatti per il riscaldamento invernale. Le domande più frequenti possono essere così riassunte?
  1. Quale tecnologia deve possedere un climatizzatore per produrre aria calda?
  2. Per il riscaldamento conviene un modello ON/OFF o Inverter?
  3. Come si sceglie la potenza della macchina più adatta alle dimensioni del locale da riscaldare?
  4. Per risparmiare sulla spesa della bolletta quali sono le caratteristiche da considerare nella scelta del condizionatore?
Rispondiamo ai quesiti rispetto al loro ordine e invitiamo a leggere la tabella con i dati di confronto tra i migliori condizionatori Top Energy per il riscaldamento invernale (Documento PDF).

  1. Per essere idonei al riscaldamento invernale i climatizzatori devono essere del tipo a pompa di calore. La maggior parte dei modelli in commercio hanno questa caratteristica, ma non tutti sono in grado di fare riscaldamento invernale quando la temperatura scende sotto i 10° C. Molti condizionatori a pompa di calore producono aria calda con una differenza di 9-7 gradi °C rispetto a quella esterna. Per cui se in autunno o inverno la temperatura esterna scende a 10° C, internamente si possono avere al massimo 19 °C, con il diminuire della temperatura a 5 °C la massima prodotta dal condizionatore potrà raggiungere al più i 12 °C. Solo i climatizzatori più performanti possono garantire temperature interne tra i 20-25 °C anche quando esternamente la temperatura è molto rigida e scende fino a -10.
    Inoltre, facciamo presente che la doppia classe AA fornisce un indicazione circa il consumo elettrico, ma non dice nulla di concreto rispetto alla capacità di fare caldo. Allo stesso modo, molti climatizzatori riportano limiti di funzionamento anche fino a -15 °C, ma questo dato indica solo che la macchina funzionerà fino a quella temperatura, ma non ci dice se può emettere aria ad una temperatura adatta al riscaldamento.
    Le caratteristiche su cui puntare per avere un buon prodotto per il riscaldamento saranno prese in esame nelle prossime risposte.
  2. Per fare riscaldamento è sempre conveniente utilizzare climatizzatori di tipo Inverter, per i seguenti motivi. Quelli on/off hanno dei limiti di funzionamento che in genere non scendono sotto i 0 °C. I motori on/off hanno un'efficienza energetica più bassa anche del 30% ed in ultimo non hanno nessun tipo di modulazione.
    A causa di questi tre fattori per utilizzare una macchina on/off sarà necessario sovradimensionare di molto ricorrendo a un 18000 o un 24000 BTU per ottenere il caldo che si può avere con un buon 12000 BTU Inverter.
    Di conseguenza non ci sarà più vantaggio economico,
    perché il consumo elettrico sarà quasi il triplo di quello di una macchina Top Energy ottimizzata per il riscaldamento.
  3. Il dimensionamento del sistema di climatizzazione invernale deve essere fatto considerano una potenza riscaldante di 45 W/mc per ottenere una temperatura interna di 20°C in condizioni standard.
    Per esempio, una stanza di 20 mq con altezza di 2,7 corrisponde a 54 mc e la potenza riscaldante richiesta sarà di 2430 W, considerando un COP di 3,60 (coefficiente energetico riscaldamento) l'assorbimento elettrico sarà di circa 675 W che corrisponde al valore medio di un climatizzatore di taglia 10000 BTU.
    Attenzione, questo valore è solo una prima stima, che può essere incrementata o confermata considerando una serie di fattori quali: tipologia dell'immobile (appartamento in condominio o villetta singola?), anno di costruzione (1950 o 2011 ?), esposizione delle pareti esterne (a sud o a nord?), numero e tipo di finestre (una piccola in alluminio e vetro singolo oppure tre grandi in legno e doppio vetro?), altri fattori che difficilmente sono valutati come significatici da un non esperto. Nella peggiore delle ipotesi considerando tutti i fattori negativi i 10000 BTU iniziali possono diventare anche 16000.
    Si ritiene che una stima approssimata fino al 10% può essere considerata efficace, cioè se si installa un 10000 BTU dove il calcolo esatto richiede 11000 BTU allora la perdita di efficienza sarà di circa il 5% e non incide in modo rilevante sui consumi. Quando l'approssimazione supera il 20% allora è assolutamente controproducente utilizzare una macchina più piccola e conviene installare quella di taglia appena superiore ai BTU effettivamente richiesti. Questa modalità di scelta risiede nella tecnologia utilizzata per
    le famiglie di compressori di tipo Inverter Scalare, cioè tutte le taglie dalla 8000 alla 19000 BTU hanno sia l'assorbimento minimo sia la potenza minima erogabile identiche. Quindi rispetto all'esempio precedente un 10000 BTU o un 19000 BTU possono erogare 2430 W con assorbimento di 675 W per cui il consumo elettrico sarà identico, ma utilizzare un 8000 BTU è controproducente perché la macchina sarà costretta a lavorare sempre con il massimo carico e il consumo elettrico risulterà eccessivo.
  4. Per avere un buon riscaldamento invernale con una spesa in bolletta al minimo è necessario utilizzare una macchina del tipo Top Energy, cioè oltre la classe A.
    A) Per realizzare un basso consumo elettrico non è sufficiente che il climatizzatore sia di classe A con un COP di 3,60, ma è necessario un valore di almeno 4,00 e ancora più importante il COP a carico parziale deve essere almeno di 7,50.
    B) Il secondo fattore da considerare è la portata minima, che corrisponde ai metri cubi di aria che possono essere riscaldati ogni minuto quando la ventola dello split gira alla minima velocità ossia con il minimo assorbimento di corrente, il valore considerato ottimale è almeno di 6,5 mc/min.
    C) Il terzo fattore è l'assorbimento minimo di corrente che si misura in Watt, più basso è questo valore e minore sarà il consumo a carico parziale e con la minima velocità del ventilatore, il valore minimo richiesto è di circa 150 W (0,150 kW).
    Utilizzando questi tre fattori nell'esempio precedente per fornire 2430 W con un COP di 4,00
    il climatizzatore assorbirà circa 607 W (0,607 kW). Questo assorbimento sarà mantenuto per il tempo necessario a riscaldare tutta l'aria presente nella stanza, considerando una portata di 6,5 mc/min e 54 mc da trattare il tempo richiesto sarà di circa 8 minuti. In seguito il condizionatore deve solo mantenere la temperatura impostata per cui può lavorare a carico parziale, circa il 30% della potenza massima. In queste condizioni il COP sale a 7,5 è l'assorbimento elettrico scende a 324 W (0,324 kW). Inoltre, se nell'ambiente ci sono altre fonti di calore, come il sole che entra dalla finestra, un computer acceso o 2 persone in attività, il climatizzatore tenderà a diminuire ulteriormente l'assorbimento avvicinandosi il più possibile al suo minimo con assorbimenti compresi tra 150 e 200 W. Facendo un esempio pratico per riscaldare dalle 8:00 alle 13:00 un ufficio di 20 mq con un computer acceso, un climatizzatore Top Energy assorbirà circa 1500 W che tradotti in consumo elettrico corrispondono a 1,5 kWh equivalenti ad una spesa in bolletta di 0,33 € comprensivi di tasse e spese varie.
Di seguito riportiamo il link ad un precedente post in cui abbiamo fornito un esempio di calcolo per il confronto nel riscaldamento invernale tra l'utilizzo di gas metano con caldaia e corrente elettrica con pompa di calore ad alta efficienza, utile per chi vuole approfondire. Si fa presente che in quella trattazione il prezzo del kWh elettrico è stato assunto di 0,166 €, mentre nel presente articolo il calcolo economico è stato eseguito con un valore più alto pari a 0,220 €/kWh.

http://installazione-caldaie-condizionatori.blogspot.com/2010/06/pompa-di-calore-alta-efficienza.html

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2 lug 2010

Trattenuta bonifico bancario 55% e 36%

Trattenuta 10% bonifici 36% e 55% e adempimenti delle banche

Nota introduttiva importante: la trattenuta è a carico totale ed esclusivo del beneficiario del bonifico, l'acquirente che esegue il bonifico non ha nessun onere aggiuntivo rispetto a quanto stabilito in fattura.

Nuove regole per le detrazioni fiscali,
all'atto del bonifico per un pagamento relativo a lavori con finalità per la detrazione fiscale del 55% (risparmio energetico, L. 296/06) o del 36% (recupero patrimonio edilizio, L. 449/97).


Come previsto dall'articolo 25 del D.L. 78/2010, a partire dal primo luglio 2010 al momento del bonifico le banche sono autorizzate ad effettuare una trattenuta relativa al 10% della somma. La trattenuta sarà poi versata dalle banche come acconto sulle imposte del beneficiario del bonifico (fornitore prodotti e/o manodopera).

In virtù di questa nuova modalità di pagamento per le detrazioni del 36% e 55%, le banche dovranno far fronte a tre importanti adempimenti:

  1. versare la ritenuta con le modalità utilizzando l’apposito codice tributo.
  2. certificare al beneficiario del bonifico, entro i termini previsti, l’ammontare delle somme erogate e delle ritenute effettuate.
  3. indicare nella dichiarazione dei sostituti d’imposta, i dati relativi al beneficiario del bonifico nonché le somme accreditate e le ritenute effettuate.

Per consentire alle banche e alle poste di operare correttamente è necessario da parte del beneficiario del bonifico (venditore, artigiano, progettista, ecc.) fornire anticipatamente al suo cliente la documentazione fiscale e accompagnatoria che gli consenta di eseguire il pagamento ai sensi della nuova normativa. Poiché un eventuale errore da parte delle banche nell'esecuzione della trattenuta e del suo versamento possono provocare un danno economico per il fornitore.

Viceversa, la posizione dell'acquirente resta praticamente immutata poiché non gli spetta nessun onere aggiuntivo, se non quello di ricevere la documentazione di vendita debitamente compilata. Per il resto dovrà recarsi in banca per l'esecuzione del pagamento utilizzando l'apposita modulistica messa a disposizione dalle banche, come si è sempre fatto.

Per maggiori dettagli consigliamo di leggere la seguente documentazione


Articolo 5 DL 78/2010

Provvedimento del direttore dell'Agenzia delle Entrate per l'attuazione dell'art. 5 DL 78/10

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